Nella sclerosi multipla un sorprendente comportamento delle cellule NK

 

 

DIANE RICHMOND

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XIV – 06 febbraio 2016.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

La sclerosi multipla, malattia caratterizzata da perdita di mielina oligodendrocitica per lesioni focali demielinizzanti che evolvono in placche cicatriziali astrogliali diffuse nella sostanza bianca del sistema nervoso centrale, con una prevalenza di 1:1000 abitanti nei paesi del mondo occidentale, è la malattia neurologica più comune nei giovani adulti, diagnosticati spesso fra i 20 e 40 anni di età[1]. L’incidenza è maggiore nella donna con un rapporto di 2:1 o 3:1[2]. Esordendo spesso con un andamento recidivante/remittente, può evolvere nella forma secondariamente progressiva, e solo in una percentuale minore di casi (10-20%) decorrere fin dall’inizio come progressiva. La patogenesi infiammatoria cronica con un’importante componente autoimmune è stata oggetto di una mole considerevole di studi, sui quali si basa l’esteso capitolo dell’immunopatologia di questa malattia demielinizzante.

Il modello patologico prevalente della sclerosi multipla è quello della malattia autoimmune; nel caso di simili processi organo-specifici, la remissione si basa ampiamente sull’attivazione di meccanismi endogeni di riparazione e sui fattori endogeni che li controllano. Le cellule NK (natural killer) sono temporaneamente mobilitate verso gli organi-bersaglio dell’autoimmunità e, tipicamente, vanno incontro ad una contrazione numerica allorquando l’infiammazione si esaurisce. Ma Qiang Liu e colleghi hanno inaspettatamente scoperto che, durante la fase di intervallo cronico della sclerosi multipla, le cellule NK permangono nella zona subventricolare del cervello (SVZ) – ossia una delle aree nelle quali si ha neurogenesi nel cervello adulto – in stretta vicinanza delle cellule staminali neurali, con le quali mostrano processi di interazione reciproca.

L’indubbio interesse di questo risultato per gli studiosi della sclerosi multipla e per la neuropatologia in generale, rendono questo studio degno di nota (Liu Q., et al., Neural stem cells sustain natural killer cells that dictate recovery from brain inflammation. Nature Neuroscience 19, 243-252, 2016).

La provenienza degli autori è la seguente: Department of Neurology, Tianjin Neurological Institute, Tianjin Medical University General Hospital, Tianjin (Cina); Division of Neurology, Barrow Neurological Institute, Barrow Brain Tumor Research Center, Barrow Neurological Institute, St. Joseph’s Hospital and Medical Center, Phoenix, Arizona (USA); Department of Medicine, David Geffen School of Medicine, University of California, Los Angeles, California (USA); Department of Pathology, Microbiology and Immunology, Vanderbilt University School of Medicine, Nashville, Tennessee (USA).

La remissione e la riparazione del danno nelle malattie autoimmuni organo-specifiche in gran parte si basa sulla mobilitazione di meccanismi fisiologici di riparazione e su fattori endogeni locali che li controllano. Come già più sopra notato, le cellule NK sono inviate in gran numero agli organi nei quali si sviluppa il processo autoimmunitario, ma poi, al ridursi dell’infiammazione, gli elementi cellulari assassini vanno incontro ad una netta diminuzione. Il rilievo inaspettato, e per certi versi sorprendente di Liu e colleghi, consiste in una conservata presenza delle cellule NK, durante la fase cronica o non acutamente attiva della sclerosi multipla, in un’area tanto speciale quanto la zona subventricolare (SVZ), ossia una delle tre sedi della neurogenesi nel cervello adulto - le altre due essendo il giro dentato dell’ippocampo (strettamente legata alla formazione delle nuove memorie) e il bulbo olfattivo.

Un tale rilievo autorizza l’ipotesi che il fenomeno dipenda da processi strettamente connessi con la patogenesi e/o la fisiopatologia che si sviluppa in vivo nel sistema nervoso centrale umano. In altri termini, una particolarità che aggiungerebbe un elemento nuovo a quelli noti della patologia della sclerosi multipla, e che allontanerebbe il modello di malattia autoimmunitaria realizzato nelle forme sperimentali dalla fenomenica patologica cellulare reale. Liu e colleghi hanno però immediatamente escluso questa possibilità, scoprendo che anche nei comuni modelli sperimentali murini si verifica il fenomeno delle cellule K ritenute oltre la fase acuta.

Le cellule NK che permanevano nelle sedi in cui vi era stato il danno auto-immunitario, sono state identificate all’interno della SVZ in prossimità di cellule staminali neuroniche (NSC) che producevano interleuchina-15 e sostenevano cellule NK funzionalmente competenti. Dato di assoluto rilievo è che la sperimentazione ha dimostrato l’influenza negativa delle cellule NK, espressa come azione limitante la capacità ripartiva delle NSC seguente l’infiammazione cerebrale.

L’insieme dei dati emersi da questo studio, per il cui dettaglio si rinvia alla lettura integrale del lavoro originale, rivela interazioni reciproche fra le NSC e le NK, che regolano i processi di riparazione neurale e sicuramente saranno oggetto di indagini ed analisi più approfondite.

 

L’autrice della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Diane Richmond

BM&L-06 febbraio 2016

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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[1] Cfr. Bradl M. & Lassmann H., Multiple Sclerosis, in Neuroglia (Kettenmann & Ransom, eds), p. 785, Oxford University Press, New York (USA), 2013.

[2] Per la ratio 2:1, v. Cfr. Bradl M. & Lassmann H., op. cit., ibidem.; per la ratio 3:1, v. Adams and Vicrtor’s Principles of Neurology, Tenth Edition, p. 917, McGraw Hill, 2014.